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Silenzio...
Il silenzio palpabile dell'attesa.
Alzo le braccia... batto due quarti... apro di scatto le mani:
quaranta voci sussurrano pianissimo l'accordo di DO maggiore.
La melodia di "Improvviso" si dipana dolcissima e soave quasi una preghiera.
Tra i coristi e me si è stabilita subito l'intesa, il "feeling": basta un piccolo
movimento, un'espressione del viso, uno sguardo e ogni mia interpretazione viene
immediatamente capita ed eseguita. Ormai formiamo un tutt'uno che canta.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla melodia di De Marzi.
E' bello sentirla scendere lentamente nel proprio intimo, assimilarla fino
in fondo!
"L'ombra che viene azzurra le colline; giù nella valle si chiudono le rose".
Quanta pace in questa visione! La pace che, nella nostra vita caotica, tutti
cerchiamo senza accorgerci che è lì, a portata di mano: basta fermarsi un momento.
E quanta sicurezza nella notte che sta avvicinandosi, perchè "Chi spegne il giorno
colora i nostri sogni".
Ma ecco: ora il canto aumenta di intensità; la melodia cambia. Dopo le pennellate
del crepuscolo nel cielo sereno, Bepi ci fa vedere la sua valle, e noi sentiamo quasi
il desiderio che diventi anche la nostra valle, la nostra città, il nostro quartiere
dove le persone "si passano la voce" e persino le case raccontano "il nostro bene".
E il crescendo continua, si fa più potente, fino a raggiungere il forte nell'accordo
pieno di DO maggiore del tema iniziale, riproposto ora con tono maestoso.
"L'ombra che viene azzurra le colline".
Forse il sole che tramonta vuole donarci un ultimo trionfo di luce prima
di lasciare lentamente il posto alla notte, quando "Chi spegne il giorno conosce i
nostri sogni".
Il canto si esaurisce piano piano.
Grazie, Signore, di averci fatto incontrare e cantare insieme.
Riapro gli occhi.
E', di nuovo, silenzio...
Eugenio Alipede.
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